Sempre al fianco della vita, sempre soavemente disincantata, sempre narratrice di leggerezze altrui.
In questo pessimo mondo, se ne sentirà la mancanza: si sentirà la mancanza della tua voce, della tua penna, dei tuoi occhi soprattutto.
Mi piace ricordarti come colei che raccontava i sogni degl'altri: apparentemente un lavoro inutile e intangibile. Quasi pericoloso.
Lavoro che diventava roccia e bellezza appena ci si accorgeva che quei sogni erano anche i nostri.
Non ti ho mai conosciuta, ma poco importa: come scrisse il tuo amato poeta e amico "è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
E taluni incontri sono ancora più forti se avvengono fra le pagine di un libro, fra le pagine di quella antologia da te così magnificamente tradotta: lì in mezzo ci siamo proprio tutti, ognuno con la propria verità, con il proprio cammino, con la propria storia.
Sulla collina ci si finisce prima o poi, senza possibilità d'errore: se ti fosse riservato un posto un po' più in alto, credo non farebbe dispetto proprio a nessuno.
E per quel poco che vale, grazie...
Fernanda Pivano 1917 - 2009