martedì, febbraio 09, 2010

Solatia

- La regina di S'Ortu Mannu -



Ondeggia il mare vento, tra le fronde degli ulivi

dagl'armenti assopiti, nelle ombre del meriggio

e sulle erbe abbandonate, lungo i solchi dei declivi

forieri di un'estate, con l’insensato e caldo Maggio.

Assaporo una volta ancora questo fermo e sacro pane

ed un sorso d’uva solo ad allietare un po’ la gola,

per la magia di questo luogo e per le voci più lontane,

non rimane che quest'anima, che d’evadere tenta sola.

Mi sfugge ora lo sguardo oltre le nuvole e le colline

per cercare un’altra vita distante dal mio passato

e sebbene le membra mie nacquero povere e contadine

echeggia dentro un grido, moribondo ed inascoltato.

E’ adesso il sole basso, sul filo dell’orizzonte

come arancia palla ardente che sprofonda in un momento

e quest’aria che non si placa, e corre ora fronte al monte

verso cui chiedo io perdono, quasi fosse un mio lamento.