sabato, settembre 05, 2009

Visioni


Un Rospo uscì dar fosso
e se la prese còr Camaleonte:
Tu ciai le tinte sempre pronte:
quanti colori che t'ho visto addosso!
L'hai ripassati tutti! Er bianco, er nero,
er giallo, er verde, er rosso...
Ma che diavolo ciai drent'ar pensiero?
Pari l'arcobbaleno! Nun c'è giorno
che nun cambi d'idea,
e dài la tintarella a la livrea
adatta a le cose che ciai intorno.
Io, invece, èccheme qua! So' sempre griggio
perchè so' nato e vivo in mezzo ar fango,
ma nun perdo er prestiggio.
Forse farò ribrezzo,
ma so' tutto d'un pezzo e ce rimango!
Ognuno crede a le raggioni sue:
- disse er Camaleonte - come fai?
Io cambio sempre e tu nun cambi mai:
credo che se sbajamo tutt'e due

mercoledì, agosto 19, 2009

Disincantata

Un affettuoso arrivederci a questa grande anima italiana che ieri ci ha lasciati.
Sempre al fianco della vita, sempre soavemente disincantata, sempre narratrice di leggerezze altrui.
In questo pessimo mondo, se ne sentirà la mancanza: si sentirà la mancanza della tua voce, della tua penna, dei tuoi occhi soprattutto.
Mi piace ricordarti come colei che raccontava i sogni degl'altri: apparentemente un lavoro inutile e intangibile. Quasi pericoloso.
Lavoro che diventava roccia e bellezza appena ci si accorgeva che quei sogni erano anche i nostri.
Non ti ho mai conosciuta, ma poco importa: come scrisse il tuo amato poeta e amico "è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
E taluni incontri sono ancora più forti se avvengono fra le pagine di un libro, fra le pagine di quella antologia da te così magnificamente tradotta: lì in mezzo ci siamo proprio tutti, ognuno con la propria verità, con il proprio cammino, con la propria storia.
Sulla collina ci si finisce prima o poi, senza possibilità d'errore: se ti fosse riservato un posto un po' più in alto, credo non farebbe dispetto proprio a nessuno.
E per quel poco che vale, grazie...

Fernanda Pivano 1917 - 2009

domenica, luglio 12, 2009

20

Prendendo spunto da un blog letto giorni fa, mi viene in mente che in vita mia non ho mai buttato giù un elenco di ciò che mi piace e di ciò che non mi piace.
E' arrivato proprio il momento: 10 elementi mi sembrano pochi, quindi allargo l'elenco a 20.
L'ordine non è affatto significativo.

Le 20 cose che odio:

1. Il poco rispetto degli altri
2. Le rotonde a più corsie
3. La corrida
4. I cetriolini in agrodolce
5. Troppa gente in poco spazio
6. Occuparsi degli affari altrui
7. Il tipico conducente di Alfa Romeo
8. Il presenzialismo
9. Le donne truccate di celeste e di fucsia
10. Gli arrivisti ed i presuntuosi
11. I fulmini
12. Chi non dice mai Grazie e chi non chiede mai Scusa
13. Le riviste di gossip
14. Dimenticarsi del proprio passato
15. L'obbligo di avere dei parenti
16. Le feste di compleanno
17. Il vizio di mangiarmi le unghie
18. Le fotografie che mi ritraggono
19. La sporcizia e l'inquinamento
20. Chi si prende troppo sul serio

Le 20 cose che amo:

1. Le camminate in montagna
2. La pizza tonno, cipolla e gorgonzola
3. I Pink Floyd e Fabrizio De Andrè
4. Il marrone abbinato al nero
5. La mia Fiat Multipla a metano
6. Chi sa gestire il silenzio
7. Il film "Mediterraneo" e quelli con Alberto Sordi
8. Una mamma che allatta al seno
9. L'Alaska e la Siberia
10. Il profumo di un bosco dopo un temporale
11. Lo stone balancing
12. Guidare una motocicletta
13. Il volo degli aquiloni
14. "Il processo" di Kafka
15. Il suono della chitarra classica quando si esegue un La minore
16. Uno sguardo di un amico
17. La sangria e la carne alla griglia
18. Tutti i ricordi
19. Il vento nelle serate d'autunno
20. Un uomo solo che cammina nella nebbia

lunedì, maggio 25, 2009

Limite

Sarà il caldo.
Sarà che oggi è lunedì.
Sarà che ieri ho fatto un gran bel giro in moto da solo e che mi è piaciuto tantissimo.
Sarà che erano mesi che non trascorrevo un pomeriggio così noioso come oggi.
Sarà...

Ho comunque avuto il tempo di rifarmi il cuore con queste immagini:


Gente con le palle quadrate.
E non tanto per le palle, quanto per gli spigoli vivi che in moto devono dare alquanto fastidio.

Sono sul confine della sopportazione, proprio al limite.
Una telefonata, un'email, un contatto sbagliato e la molla scatta.
Oggi va così.
Ed è solo lunedì.

lunedì, aprile 20, 2009

Eppur


T'amo

E di notte splendeva
qual tumulto di luce
fu sottile leggerezza
in un mattino d’incanto

lunedì, aprile 13, 2009

Vento



Wind from the sea - 1948
Andrew Wyeth (1917-2009)

Questo dipinto, sconosciuto ai più, mi ricorda moltissimo quei pomeriggi di fine estate, già verso sera, quando, da ragazzo, vedevo il declino della bella stagione, ed il sopraggiungere del più freddo, tetro ma affascinante autunno.
Era il vento.
Era il vento che annunciava il cambiamento.
Da lì a poco, avrebbero riaperto le scuole: quell'aria sospesa, come fosse il preludio alla tempesta, come se il paradiso avesse recato tutto ciò che aveva in dono, e non potesse lasciare niente altro.
Un momento di passaggio, un periodo che era inizio e fine al contempo: un'attesa per il nuovo che doveva ancora arrivare, e l'angoscia per aver abbandonato qualcosa di stranamente piacevole.
So di rivivere, per altre ragioni, situazioni tutto sommato analoghe.
Non so bene dove andare ad attingere nuove energie: la felicità, ho sempre creduto, deve essere prima vissuta e cercata in privato, dentro di sé, con approccio talmente minimale da essere quasi incosciente.
Un'immagine, un suono, un volto: basta veramente poco alle volte.
Ma altre volte, invece, serve un'analisi più profonda, lunga e personale: tale da escludere quasi totalmente il mondo "reale",
per lasciarsi cullare e compiacersi da un mondo del tutto immaginato.
Questo quadro è proprio questo.
Espressione di un mondo tutto mio, che s'è fatto strada nella mia mente e che difficilmente riuscirà a fuggirne.

giovedì, aprile 09, 2009

Pietre

Árbol de piedra - Bolivia

Ed un sussulto d’istante.
Buio e freddo e polvere.
L’abbandono dei ricordi.
Come d’ondeggiare senza direzione.
E poi occhi.
Occhi che si cercano.
E l’assenza, la paura.
Torrente a sfregiare i volti.
D’un vivere che pare solo d’esistere.
Ed ancora pietre.
Tutto intorno, ma anche dentro.
Pietre nude, impotenti.
Il deserto dell’anima.
Ma infine l’amore.
Che arriva e deborda.
Senza controllo, universale.
Mani e braccia e coraggio.
Uomini stranieri e sconosciuti, al fianco.
Con la speranza che questo resti a memoria.
Che il nostro sguardo non dimentichi.
Che la mente non cancelli.
Che il cuore continui a battere.
Che le pietre siano solo intorno.
E mai più dentro.

domenica, marzo 29, 2009

D'improvviso


Ieri d'improvviso ho capito.
Mi sono svegliato di mattina presto ed ho capito.
Ho capito che questa vita è solo mia.
Ho capito che non si può imporre la propria visione ad alcuno.
Ho capito che il rispetto è l'opera più importante.
Ho capito che la felicità può essere vista da cento angolazioni diverse.
E vissuta in altri mille modi disuguali.
Ho capito che la storia non torna indietro e che i ricordi sono una gran cosa.
Ho capito di essere stato fortunato a vivere quello che ho vissuto.
Ed ho capito che si continua, sempre e comunque.
Ho capito che il non capire non serve a nulla.
E che la bellezza dell'essere umano sta nella diversità.
Ho capito che quel peso mi ha abbandonato.
Ed ho capito di essere più leggero.
Ho capito che tutto questo deve continuare.
E che finchè ci sarà un lettore pronto ad ascoltami, ho capito che non lo devo abbandonare.
Ho capito questo ed altro.
Ieri, di mattina presto, finalmente ho capito.
D'improvviso.

lunedì, marzo 09, 2009

...



Il vagabondo di cristallo


Quando la vidi, gli occhi si chiusero e scappai.
La cercai poi, per giorni interi, alti e tristi come i sentieri rivolti alla tempesta.
Corsi perduto fra la folla solitaria.
Rifugiato e smarrito dentro i vicoli dimenticati, in un buio lacerante che atterra il sonno.
Lo sguardo ebbi rapito da ogni volto, da ogni carezza, da ogni sorriso.
Ma la cercai sempre e la cerco ancora.
Due occhi così ti bucano il cuore e ti fanno tremare al sol pensiero.
Immaginate voi questa mia vita che è anche il mio ultimo immortale tormento.

17 Aprile 2001

venerdì, gennaio 02, 2009

Chiusura


Periodo pessimo.Aggiungi immagine

Riprendo il blog dopo mesi solo per chiuderlo, forse definitivamente.

Un saluto a chi c'era e a chi c'è.

E per quelli che ci saranno, un piccolo avvertimento: sono una persona molto peggiore di quel che appaio.
Regolatevi fin d'ora.

Mi piacerebbe moltissimo riavere lo sguardo di questo bambino: il mondo è tutto lì dentro.

Adios.