mercoledì, novembre 15, 2006

Senilità


...
Una grande tristezza lo colse quando si trovò solo sulla via. Sentiva che la carezza fatta per compiacenza a quella fanciulla segnava proprio la fine della sua avventura.
Egli stesso non sapeva quale periodo importante della sua vita si fosse chiuso con quella carezza. Lungamente la sua avventura lo lasciò squilibrato, malcontento. Erano passati per la sua vita l'amore e il dolore e, privato di questi elementi, si trovava ora col sentimento di colui cui è stata amputata una parte importante del corpo. Il vuoto però finì coll'essere colmato. Rinacque in lui l'affetto alla tranquillità, alla sicurezza, e la cura di se stesso gli tolse ogni altro desiderio.
Anni dopo egli s'incantò ad ammirare quel periodo della sua vita, il più importante, il più luminoso.
Ne visse come un vecchio del ricordo della gioventù.
...

Italo Svevo, Senilità. 1898

martedì, ottobre 10, 2006

Sangue

Esiste qualcosa di più forte dell'amicizia?
Qualcosa che ti scorre dentro, che ti riscalda nei quadri gelidi della vita, che ti nutre di felicità?
Qualcosa che non puoi abbandonare, perchè significherebbe abbandonare te stesso?
Un legame che né il tempo né lo spazio possono abbattere?
Esiste qualcosa di più grande?
...
Poi passano gli anni; il tempo vola anche senz'ali. Ci scorre tutto addosso, veniamo bagnati di vita.
Le strade non si incrociano più: se non per pochi, brevi, rapidi istanti.
E si torna a fuggire.
Ma un bel giorno il tempo si ferma e di scatto ci si volta indietro a guardare il sentiero desolato: ne è valsa la pena? Non si poteva fare di più? Non era giusto fare di più?
Ho paura di ammettere che qualcosa s'è perso, qualcosa che non può più tornare.
Lo sappiamo bene.
Lo sguardo non mi consola affatto e tutto questo mio sangue, mi manca ogni giorno di più.

A tutti coloro che si riconoscono:

E' passata lenta una vita soltanto,
a destarci dal sonno, a consolarci il pianto.
E' volato il tempo a separare i sentieri
a indicarci la retta, i finti desideri.
L'orizzonte è diviso, come cammini divergenti
come piani inclinati sempre non consistenti.
"Se io più spesso sorridessi" così scrisse qualcuno,
mi trova in accordo, come tutti e nessuno:
il sapere non c'è noto o la strada è finita,
non si riesce a "capire questa strana partita".
Il cuore è pesante, e pian piano cementa,
la mente è desolata, la parola rallenta.
Vorrei svegliarmi fra mille anni con lo stesso volto,
e scoprire che nulla è cambiato, lo stesso tumulto:
questo destino bizzarro che avvicina e allontana,
pare una fisarmonica rotta, incrinata campana.
Ma quella brutta retta che ci è stata indicata
forse non è proprio dritta, sembra quasi curvata:
quei tracciati lontani un giorno convergeranno,
come inizio di un nuovo passato, ecco come saranno.
L'attesa d'eterno vive, splende di buio colore,
assume sembianze che talvolta chiamiamo amore.
Ora il tempo non mi spaventa, racchiuso in cornici,
siete sempre negl'occhi, indimenticabili amici.

Citazione


Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? ...perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell'universo. I tramonti mi piacerebbe vederli con mia madre, e con una donna che amo, magari. Invece le notti mi piacerebbe passarle da solo, o con una bella troia, che è meglio che da solo.

lunedì, ottobre 09, 2006

Stanchezza

Schiena rotta dal dolore.
Occhi pesanti.
Mal di testa.
Non ho voglia di parlare e non ho voglia di ascoltare.
Ci scappano solo queste due righe.
Forse perchè sono fin troppo buono con me stesso.
E ben poco con gli altri.
Zabriskie point in fondo al cuore.
Mediterraneo nelle gambe.
Il grande freddo nel cervello.

Credo che resterò sempre con una minoranza di persone: la moltitudine è sempre sbagliata.
Un fiume in piena non serve proprio a nulla.
E guardandomi allo specchio, quasi non mi rifletto.
Sono rimasto l'ultimo.
L'ultimo vagabondo di cristallo.
Senza equilibrio.

lunedì, ottobre 02, 2006

Medio

Devo esser sincero: non ho mai ben capito cosa si intenda per ceto medio.
Media calcolata come? In base alla "ricchezza" (vera o presunta)? In base allo stipendio medio di un lavoratore?
Forse si intende lo stile di vita: una media fra la concretezza della povertà e lo stereotipo della ricchezza?
Il concetto di medio può andare bene per analisi macroeconomiche: ma poi, alla fine del concetto, TUTTI siamo persone MEDIE, individui che sanno che esiste (e forse esisterà sempre) qualcuno "inferiore" e qualcuno "superiore".
In questi giorni si parla molto del ceto medio, cioè di coloro (dicono i più) che rappresentano il cuore della società italiana: certo, bella scoperta. La media, per definizione, sta nel mezzo, altrimenti che media sarebbe!
Queste parole passano da una bocca all'altra come una caramella amara che nessuno vuole succhiare.
Non so dirvi se io appartenga a tale gruppo: non ho timore però di autodefinirmi una persona media.
Ebbene, nella mia mediocrità non so dire nemmeno se questa sia una manovra finanziaria che mi colpirà pesantemente o se sarò uno che paga la propria fetta per un progredire comune: staremo a vedere.
Sempre più però torna a galla il concetto di baratro: mi sa tanto che questa legge sarà un altro passo verso il declino.

E come aumenta quel pensiero, cresce anche la voglia di abbandonare tutto e fuggire dove la vita è un po' più semplice: pescatore di merluzzi nel mare del nord non mi dispiacerebbe affatto.

Se verrà quel giorno, saprò anche a cosa associare il concetto di medio: credo proprio che poco prima di partire, lo legherò indissolubilmente al dito di una mano che si innalza solitario.

Andate a cagare!

martedì, settembre 26, 2006

Uomo

Unghie

Questa pare proprio la volta buona.
Mi sa tanto che sono sulla giusta strada.
Arrivato a questo punto, ben difficilmente tornerò indietro.

Ebbene sì, miei cari: oggi è un mese esatto che non mi mangio più le unghie.

Stupidaggine direte voi: stupidaggine un corno!!!
E' un tormento che mi accompagna giornalmente, sto imparando a conviverci: esiste ancora la spinta "allo sgranocchio", ma mi trattengo.
E' una faticaccia, lasciatevelo dire, ma capisco che prima o poi andava fatta.
Ed ora le vedo finalmente: non sono ancora belle, ma caspita, rispetto a prima ho almeno due mani presentabili.
E poi l'impagabile contatto con le corde della "classica", amore-odio della mia vita.

Solo psicologia, solo psicologia: ho come la sensazione di aver battuto me stesso ad una partita di scacchi.
Devo solo capire se sono uscito vinto o vincitore.
Solo psicologia, solo psicologia.

giovedì, agosto 31, 2006

Cecità

Una società italiana ed una giapponese decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini.
Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara, ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta, il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema.
Il gruppo di progetto scoprì, dopo molte analisi, che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.
In questa situazione di crisi, il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana.
Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.
Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori ed uno ai remi. Inoltre, si introdusse una serie di punti per ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità.
L'anno dopo i giapponesi vinsero con un vantaggio di due chilometri.
La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.

giovedì, agosto 03, 2006

Attesa

Ed eccoci da capo: anche quest'anno le vacanze.
Tutti in fila, come i maiali al macello.
Hai la sensazione di aver scelto?
Illuso: c'è già chi ha scelto per te.
Ed anche con molto anticipo.
Vacanze alternative? Quali? Quelle che fanno tutti?
Mare, montagna, agriturismo, paese estero...
Vorrei remare contro, ma navigare in un fiume in piena è sinonimo di resa.
E allora vacanze siano: fra il corpo e il cervello, fra l'attesa e la speranza, fra l'acuto e il mediocre.
Con la consapevolezza che torneranno: per fortuna, purtroppo.

giovedì, luglio 20, 2006

Inversione

Scena vista di persona oggi in un grande centro commerciale.
Pausa pranzo.
Persona distinta, elegantissima, nonostante il caldo, con giacca e cravatta, coordinato di stoffa sartoriale, abbronzato.
Se ho visto bene, Cartier al polso.
Reparto auto (cercavo i soli gommini dei tergicristalli): prende in mano un blister di una lampadina (dopo ho visto essere una H1 da 2.29 euro). Lo apre, si infila la lampadina in tasca e se ne va come se nulla fosse.
Ed immagino abbia notato che lo avevo visto.
Il mondo sta proprio andando al contrario, serve un'inversione di marcia.
Gli onesti se lo pigliano in quel posto, i ladri hanno il completo su misura.
Ed io, che i soli gommini, non li ho proprio trovati.....

mercoledì, giugno 28, 2006

Baratro

Sono già mesi, anni forse, che ho una strana sensazione: mi pare che l'Italia sia sull'orlo del precipizio, proprio lì, sul ciglio della voragine, un attimo e si cade in un dirupo senza fondo.
E' una sensazione che rimane in sottofondo, ma quasi sempre presente: l'elenco delle difficoltà, delle nefandezze e delle infamie sarebbe fin troppo lungo da riportare.
La società sta andando a rotoli: economia, politica, sport, cultura.... poco o niente che funzioni. Noi italiani ci saremo pure abituati, ma una volta che si comincia a cadere giù dalla forra, non è affatto facile risalire.

In negativo, mi torna in mente una canzone: "...dietro non si torna, non si può tornare giù. Quando ormai si vola, non si può cadere più...."

L'ottimismo è sotto le suole delle scarpe.

martedì, giugno 13, 2006

Interferenza

Camminando per strada, aprendo la finestra di mattina, guidando la nostra automobile, viaggiando in aereo ed anche dormendo.
Sempre, senza sosta alcuna, il nostro corpo è letteralmente inondato di onde elettromagnetiche.
Telefonini, spot wifi, radio, tv digitale terrestre, satelliti geostazionari per trasmissioni televisive, satelliti GPS, tv analogica, radioamatori...
Molti di voi però non sanno che i satelliti per trasmissioni televisive, hanno dei "canali" che vengono usati per diffondere "a pioggia" (proprio come la tv satellitare) flussi di dati digitali che possono contenere un po' di tutto: immagini JPG, brani MP3, video MPEG o AVI e molto altro.
Ebbene, un buon 70 - 80 % di tali dati sono a sfondo pornografico.
Immaginate: appena c'è uno spiraglio di cielo ( sereno o coperto non importa ), decine e decine di megabyte al minuto di materiale pornografico attraversano ( o meglio vengono assorbite ) dal vostro corpo senza che ci possiate fare alcunchè.
Come una pioggia senza fine.
Riguarda tutti, ogni giorno, sempre e comunque...
Persino il mio amato eremita.

PS:Grazie a Baffo per lo spunto!

giovedì, giugno 01, 2006

Eremita

Tette rifatte.
Che c'è stasera in TV?
Domani tutti in coda per l'ultimo ombrellone.
Fra 300 metri, girate a sinistra, poi tenete la destra.
Vecchie donne truccate d'azzurro e di fucsia.
Ma vah, dai non ci credo, non sei mai stato a Sharm?
Vota per noi: perchè se voti per noi, non voti per loro.
Videochiamami.
...



Non trovo niente a questo mondo che mi entri dentro, in profondità, qualcosa per il quale esista un senso.
Rimane tutto in superficie.
Ed alla prima scrollata, questo tutto cade miseramente a terra.
Ammiro l'eremita: lontano da tutto e da tutti, solo col mondo, ma mai in solitudine.
Dimenticato.
Un giorno partirò anch'io...

giovedì, maggio 25, 2006

Valore antico

La mia graziosa 'a ga' un cappello.
Un bel cappello con su tre rose.
La prima rosa è per la sua bellezza.
La seconda rosa è per la mia bellezza.
La terza rosa, è per la bellezza del cappello.

giovedì, maggio 18, 2006

Giallo e verde

Stasera mi servirebbe proprio un cavo, un cavo giallo e verde, bello grosso, un cavo di terra.
Se si potesse scaricare a terra il cervello, questa sera lo farei volentieri.

giovedì, maggio 04, 2006

Tolleranza

Ma in che razza di mondo viviamo?? Inizio a notare che si sta abbassando il mio limite di sopportazione nei confronti degli altri: gente in auto che non sa guidare, tutti furbi che ti vogliono passare davanti, chiassosi vicini che non trovano meglio da fare che sparare in alto il volume dello stereo all'una della domenica pomeriggio, maleducazione dilagante, bullismo, ecc.
Un tempo tutte queste cose (e molte altre) le notavo: non le digerivo ma stavo zitto. Poi ho iniziato, qualche volta, ad aprire la bocca, dandole fiato con fermezza. Almeno venivo (e vengo) ascoltato.
Però oggi mi ritrovo con la gran voglia di passare alle mani: spaccherei volentieri qualche faccia (facendomela spaccare di conseguenza), rompere qualche naso, slogare braccia e tirare pesanti calci al basso ventre.
In poche parole, fare in modo di finire all'ospedale.
Entrambi.
Badate, la mia non sarebbe violenza gratuita, ma tutto sommato pesata, ponderata, oserei dire bilanciata: qualcosa che assomiglia molto all'onore.

Sta scemando, il mio limite sta scemando.
Fra la resa e la vittoria, scelgo la battaglia: preferisco l'odio all'indifferenza.

lunedì, maggio 01, 2006

Direzione

Oggi 1° Maggio si comincia, la prima bandierina lungo il percorso.
Non so dove porterà questa strada e se risulterà facile oppure no: ma se non si inizia mai a camminare, è difficile anche digerire il concetto di "cammino", no?
Basta prendere la direzione giusta, possibilmente in discesa, possibilmente con qualcuno al tuo fianco, e possibilmente prima che altri calpestino la stessa polvere: prendere la direzione "giusta", appunto.
Eh già: ma siamo noi che la prendiamo, oppure è lei che ci cattura e ci conduce dentro la retta via?
A noi non resta che osservare il contorno, fissare l'orizzonte, decidere le soste, preoccupandoci, quando va bene, di risuolare le scarpe di tanto in tanto.
Andiamo, dai, che ho parlato anche troppo.