giovedì, agosto 03, 2006

Attesa

Ed eccoci da capo: anche quest'anno le vacanze.
Tutti in fila, come i maiali al macello.
Hai la sensazione di aver scelto?
Illuso: c'è già chi ha scelto per te.
Ed anche con molto anticipo.
Vacanze alternative? Quali? Quelle che fanno tutti?
Mare, montagna, agriturismo, paese estero...
Vorrei remare contro, ma navigare in un fiume in piena è sinonimo di resa.
E allora vacanze siano: fra il corpo e il cervello, fra l'attesa e la speranza, fra l'acuto e il mediocre.
Con la consapevolezza che torneranno: per fortuna, purtroppo.

2 commenti:

Maxilogan ha detto...

Lasciatelo dire da uno che non le ha fatte: goditele.

E' l'unico momento dell'anno in cui mi rilasso e stacco dall'insoddifazione lavorativa che mi schiaccia. Poco importa che non siano grandi viaggi o che, come quest'anno, le abbia passate a casa.

Ma non è una resa. La resa è andare nei posti più alla moda, affrontare chilometri di coda per poterla rifare al locale in, atteggiandosi per far credere di essere ciò che non si è.

FAB ha detto...

Mi sa che hai ragione.

Non mi sono allontanato molto: abbiamo girato in lungo e in largo per Toscana ed Umbria.
Non avevo mai visitato Orvieto: meravigliosa!!!.
E la vecchia Cassia da Siena verso Viterbo: paesaggi d'incanto.
Gubbio da togliere il fiato.
Sono passate il leggerezza, soavemente e con una quiete che non appartiene (più?) alle nostre zone.
Non serve andare lontano, non serve spendere una montagna di denaro e non serve tirare l'alba: non so bene cosa sia la felicità, ma so per certo che non può non essere semplice.
Quest'anno ho vinto io.