lunedì, gennaio 09, 2012

Tracce

Uno dei temi ricorrenti di questo poco curato blog, è il percorso, il sentiero che ognuno di noi segna giorno per giorno, l'andare senza una meta precisa e prestabilita, ed, al contempo, lo scegliere una direzione, un tragitto che ci pare migliore di altri.
Noi tutti viviamo, più o meno consapevolmente, questo mutamento: spostarci, allontanarsi e riavvicinarsi, perdersi per poi ritrovarsi e perdersi ancora.
E' una rivoluzione dolce, leggera, quasi intangibile, ma che continua nel sottofondo dell'esistenza.
Un migrare senza vento, quasi dimenticati.
La vita è costellata da vittorie e fallimenti, da amare tristezze e da sapide felicità, da
tracce in continuo divenire, che sono come spilli, punti fermi, ricordi e testimonianze di noi.
E solo dopo aver percorso molta strada, ci si può voltare indietro a rendersi conto di ciò che è stato, di cosa siamo diventati, e dove siamo andati a finire.
Le altre anime, che intersecano la nostra magari anche solo per un breve tragitto, possono vedere quanto abbiamo lasciato nel passato, ciò che abbiamo creato. Ed anche quanto, e quanti, abbiamo abbandonato.

Molto spesso mi volto indietro e guardo: non è che veda molto.
Quel poco mi rende comunque felice, ma non certo appagato.
E' benzina per proseguire, per cercare altro ed altri, per continuare a rotolare nella direzione che, spero, mi renda domani una persona migliore rispetto a quanto possa essere oggi.
Lungo il mio percorso, di persone che sono state veramente importanti, ne ho incrociate poche, pochissime.
Non so se sia un bene od un male: non mi è ancora del tutto chiaro.
Ma va bene così, ci mancherebbe...
Ogni uomo, in fondo, è anche figlio di sè stesso, no?

In tutto questo divenire, però, ci sono anime che hanno lasciato
tracce più profonde, più universalmente riconosciute come tali, gesta che hanno aiutato anche altri ad andare avanti.
Queste persone graffiano, lacerano la storia con un segno che non è semplice cancellare.
Ed il ricordo ne vive, più d'ogni altra cosa, grazie proprio a loro stessi.
Chimatela come vi pare, ma per me questa è la miglior definizione di ARTE.

Un grande artista, un interprete raffinato, magnifico divulgatore di cultura, è stato Andrea Parodi.
Io l'ho scoperto tardi, troppo tardi: sapevo che era "la voce dei Tazenda", ma niente altro.
Sono passati più di 5 anni dalla sua morte prematura, ed ora, un po' per caso, ho trovato i video del suo ultimo concerto, tenuto appena 3 settimane prima di volare via.
Regalatevi questi pochi minuti, perchè ne vale davvero la pena.
In questa sua ultima canzone, tutta la fatica, la malinconia e la consapevolezza dell'addio, ma rappresentate con una potenza, con una tenacia che è, insieme, fragilità e sentimento, e talmente evocativa che molto raramente è possibile trovare in un interprete.
E' proprio qui, in semplici e fuggitive parole, che si può percepire quel filo conduttore che dovrebbe abbracciare, sostenere e cingere il percorso di ognuno di noi.
In pochi minuti si condensa una vita intera: amore, solo amore e ben poco d'altro.

E fosse anche questa la sola
traccia lasciata da un uomo, si può ben dire che ne è davvero valsa la pena...