giovedì, settembre 23, 2010

Sarà...

Qui la vita rotola come sempre, fra qualche sussulto, qualche piano inclinato, qualche scorciatoia e tanto, tanto, tantissimo moto rettilineo uniforme.
Non mi è ancora ben chiaro se sia io a portare quella sfera sulle spalle, o se sia lei a rotolarmi sotto ai piedi, rendendomi sempre difficile l'equilibrio.
Quando lo scopro, vi faccio un fischio...
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Oggi però c'è anche altro: dopo mesi di silenzio, riprendo un discorso affrontato nel post del 17 Febbraio 2008: BIDONI
Finalmente ho trovato il soggetto in questione sul web e, per completare le mie argomentazioni, vi mostro le sue capacità canterine:


Oltre a questo video, trovate altra robetta sul web.

Leggendo anche il suo blog, l'unica visione che mi salta in mente è il titolo della prima canzone dei Due di Picche (quella che girava parecchio quest'estate per radio).

Sì, proprio quella lì.

Sarà... ma secondo me questo qua... mah...???

lunedì, maggio 17, 2010

Stargazer


Ronnie James Dio 1942 - 2010

Grande carisma e maestosa voce.
Gruppo ristretto, il loro: Gillan, Hughes, Dickinson, Coverdale e pochissimi altri.
Il tempo passa per tutti e non elargisce sconti: una voce del genere però può congelarlo e renderlo superfluo.
E ciò che rimane è solo storia.
Non c'è più bisogno d'altro.

martedì, febbraio 09, 2010

Solatia

- La regina di S'Ortu Mannu -



Ondeggia il mare vento, tra le fronde degli ulivi

dagl'armenti assopiti, nelle ombre del meriggio

e sulle erbe abbandonate, lungo i solchi dei declivi

forieri di un'estate, con l’insensato e caldo Maggio.

Assaporo una volta ancora questo fermo e sacro pane

ed un sorso d’uva solo ad allietare un po’ la gola,

per la magia di questo luogo e per le voci più lontane,

non rimane che quest'anima, che d’evadere tenta sola.

Mi sfugge ora lo sguardo oltre le nuvole e le colline

per cercare un’altra vita distante dal mio passato

e sebbene le membra mie nacquero povere e contadine

echeggia dentro un grido, moribondo ed inascoltato.

E’ adesso il sole basso, sul filo dell’orizzonte

come arancia palla ardente che sprofonda in un momento

e quest’aria che non si placa, e corre ora fronte al monte

verso cui chiedo io perdono, quasi fosse un mio lamento.