lunedì, ottobre 22, 2007

Autunno


Sa di terra, di polvere e di vento.
Pare il campo di battaglia ripudiato, un sepolcro lontano dal borgo, un’attesa fremente che è di palpito sospeso.
Sa di abbandono e di silenzio.
Il giorno si ripete uguale, dopo la notte infinita: e le luci, pallide come candele nella nebbia, rischiarano sentieri immutabili.
Sa di alberi nudi.
Un pulsare di melanconia debordante assale il pensiero, e si fa tetro, arrendevole; appeso al migrare del tempo, deposto sulle piume che si volgono australi.
Sa di filo sottile.

Che ormai fragile e consunto, non può desiderare altro che la rottura.

domenica, settembre 30, 2007

Sicurtà



Oggi sono stato al Parco Sicurtà, a Valeggio sul Mincio.

Bello, bellino, sufficiente insomma...

E per fortuna che avevamo, la mia ragazza ed io, due sconti per l'ingresso, che sarebbe di 9 euro a testa (noi abbiamo pagato 7).

9 euro, al giorno d'oggi, sono classificati meno di niente; ebbene, 9 euro per il solo ingresso sono molti se paragonati alla "bellezza" dei luoghi.

Per chi non c'è mai stato, posso dire tranquillamente che non si è perso niente; per chi aveva intenzione di andarci, non posso che sconsigliarlo; ed io, che ci sono già stato, non ci tornerò più.

Ho visitato molti parchi migliori di quello, tenuti in modo più curato, con piante e animali di certo paragonabili a quelli visti oggi: ed avevano quasi tutti una caratteristica comune, erano gratis.

C'è sempre quel famoso discorso che gira nell'aria: il limite alla decenza!!!

martedì, settembre 18, 2007

Sonora

Non credo di appartenere agli estremi: mi piace in fin dei conti stare nel mezzo.
Con qualche divagazione, certo. Un po' più di qua alcune volte; un po' più di là altre.
Stare QUI dà certezze, calma, tranquillità: c'è tutto il tempo per dedicarsi ad aspetti più filosofici, per coltivare passioni che altrimenti non troverebbero spazio, per illudersi di poter gestire il proprio tempo.

Ed uno dei miei grandi amori è la musica: di qualsiasi genere, epoca, luogo. Tralasciando forse l'hip-hop ed il rap che non mi hanno mai attratto molto, tutto il resto lo trovo degno di essere perlomeno ascoltato.

Ebbene: sarà la facilità di trovarlo in altro modo, sarà che il suono secondo me non ha padroni se non l'aria, sarà che esiste un limite alla decenza, sarà tutto questo e molto altro, ma sono anni, direi almeno 4 o 5, che non compro un CD.
Non che questo faccia di me una gran persona, bene inteso.
Però noto che s'è rotto qualcosa: il vaso di Pandora è stato aperto ed il suono è finalmente uscito dal suo rifugio dorato per attraversare il cielo, le città, il vento.
Qualcosa è cambiato, inutile negarlo.

Una rivoluzione lunga e sottile, che si rafforza giorno per giorno, un sentimento di equità e di giustizia al quale è difficile opporsi.

De Andrè (forse riportando la citazione di un altro autore) era solito dire che le note sono solo 7: con 12 semitoni prima o poi si finisce di essere ripetitivi, di riscrivere involontariamente qualcosa di già scritto, di non inventare proprio nulla perchè il suono è già stato inventato.
Ed allora, la musica diventa merce, fatta apposta per essere venduta, usata e poi gettata: togliendo tutto il suo carattere di arte superiore, rimane ben poco.
E ciò che rimane, può essere benissimo tralasciato.

Ecco: penso che molti di noi siano in questa fase. La fase dell'abbandono, nella quale solo i grandi inventori rimangono, quelli che hanno scritto la storia, quella vera.
A noi resta il loro insegnamento: non si scopre nulla, si dà voce ad un suono che fino ad allora non era stato riunito.

E mentre ascolto per la centesima volta Shine on you crazy diamond nella versione live di Pulse, mi viene da sorridere pensando a quanto grande sia l'ipocrisia che pervade il mondo moderno.

Andate a quel paese, va.
Che questa pace sonora non sarete mai in grado di riproporla.
Mai.

venerdì, agosto 24, 2007

LAm

Non so proprio perché.
Forse il motivo è che la sua frequenza appartiene al mio corpo: quei 440Hz entrano probabilmente in risonanza con la mia gabbia toracica.
Oppure il mio cervello, inconsciamente, trova bellissimo quel suono.
Od anche le dita, che non devono sforzarsi in pose innaturali per eseguire quelle note sulla chitarra.
O, più probabilmente, una miscellanea delle tre cose.

Sta di fatto che l'accordo che amo maggiormente, che trovo al contempo forte, preciso e perfetto, in grado di iniziare una ballata romantica, un brano ritmato od anche un sontuoso pezzo di musica classica, è il LA minore.

Non c'è in realtà un granché da spiegare quando ci si trova di fronte alla perfezione: la si ammira, la si contempla, si rimane stupiti dalla sua complessa semplicità.

Mi La Do, tre note come le altre, certo, ma eseguite assieme.... beh, tutta un'altra storia.

PS: Quest'anno ferie un po' spezzate (e devo dire che non mi è dispiaciuto affatto). La prossima settimana sono in alta Val Badia e spero nel bel tempo.

lunedì, luglio 16, 2007

Farfalla



Ultimo lento palpito d’ali


Semplice ed impalpabile si mostra la tua libertà.

Mi sconvolge e mi assale ad ogni battito.

E desolato rimango a seguire con gli occhi la tua scia tinteggiata,

che nomade mi sfugge oltre lo sguardo,

su sentieri che di tutti furono ma che nessuno possiede,

oltre lo spazio di immaginazione che solo il pensiero appaga.

Fino al domani, quando d’improvviso un’altra come te prenderà quel posto.

E staziona il rimpianto di quel errare, genitrice di eternità.

Di resa ha il sapore questa campagna: non si può supplicare vittoria di fronte ad un simile splendore.

Non si può.


giovedì, aprile 26, 2007

OH DIO

Qui non si tratta più di integrazione.
Qui non si tratta più di tolleranza.
Qui non si tratta più di emarginazione.

C'è dell'altro.

Quattro giovani falciati sulla strada da un ubriaco.
Rom.

Il cielo resterà sempre e per sempre diviso in due.
Ma alla voce devono seguire i fatti.
E tutti noi ce ne dimenticheremo: continueremo a parlare delle solite cose, a vivere la solita vita, a sperare quello che forse non potrà mai essere.
Ma ci sono degli occhi che non dimenticano: ogni giorno si dovranno svegliare con un tremendo ricordo, quello che ha rubato loro la luce.
La pietà non trova posto, e non la possiamo pretendere da loro.
Siamo in guerra?
Certe volte mi auguro di sì: perché almeno lì sì, lì sì che è concesso tutto.
Più ci penso, più l'idea dell'occhio per occhio, dente per dente mi trova d'accordo.
Lasciatelo a loro: sono loro che soffriranno per sempre e sono solo loro che possono decidere della sua sorte.
Se sono forti lo lasceranno alla giustizia; se sono deboli lo uccideranno.
Non ho la presunzione di poter mettere voce in una vicenda del genere: soprattutto non mi sento di imporre la pietà ad alcuno.

Ora scorre: la sento pulsare e vibrare, si rafforza e cresce dentro di me, con un vigore che assomiglia alla verità.
E all'eco di quel "Oh Dio", titolo di questa riflessione, lasciate cadere qualcosa: non mi rimane altro, stretto forte dentro un pugno.

ODIO


venerdì, marzo 23, 2007

Silenzio


Oggi è il primo venerdì sera che passo a casa da un bel po' di tempo.
Sono immerso dentro questa pausa di riflessione che, mio malgrado, assomiglia sempre più all'inizio della fine.
La questione peggiore è che non mi sento né vinto né vincitore: non sto esultando con la coppa in mano, ma non sono nemmeno deluso, come quelli relegati all'ultimo posto.

La vita è proprio strana: fino all'altro giorno si progettava, si discuteva, si rideva, si... viveva...
E invece adesso mi rimane questo mio "barattolo di mosche": è da un po' che vorrei aprirlo, per lasciarle volare via, ma forse solo ora mi accorgo che sono tutte morte.

Ho sempre creduto che ci fosse una strada, che ognuno di noi avesse un destino segnato, un progetto immutabile.
Tutte balle.
Il nostro percorso ci appartiene: decidiamo noi dove svoltare, dove rallentare, ed anche dove tornare indietro se necessario.
C'è però un tragitto che nessuno può cambiare, una direzione prefissata, un solco già consolidato: il tempo.
Questa gran brutta bestia ci attanaglia, ci lascia spogli di ogni decisione, ci lascia in balia delle onde, incapaci di remare contro.
Se si potesse tornare indietro.
Dio mio, quante cose cambierei.
Non ho mai creduto a quelli che dicono che non cambierebbero nulla del loro passato: io ne ho mille di cose che vorrei cambiare.

Il tempo lo odio, va bene?

E siccome mi sembra di assomigliare sempre più all'eroe di Miguel de Cervantes, scelgo il buio: preferisco non sapere cosa c'è di vero e cosa c'è di falso.
Ad occhi chiusi ed indifferente.
Addormentarmi in una fresca stanza buia.
Con addosso solo me stesso.
E finalmente, in silenzio.

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Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore
è soltanto un discorso sospeso



lunedì, febbraio 19, 2007

Libertà


"Chiudete il recinto! Non vedete che stanno scappando tutti i cavalli?!"
"I cavalli sono nati per correre liberi"
"Ma questo fa parte del mio lavoro: cosa venderò ora ai miei clienti?"
"Un pezzetto di libertà"


E' stato un duro fine settimana.
Batoste del genere ti lasciano l'amaro in bocca, il cervello che gira a mille, il cuore che pompa anche di più: ma soprattutto un vuoto che non si colma facilmente.
Si era pensato che la direzione fosse quella giusta; invece ti salta tutto in faccia, all'improvviso, come un noioso scherzo di carnevale.
Le cose da fare sono poche, ed ancora meno le parole.

E le mie unghie si sono accorciate di nuovo: pareva tutto cambiato ed invece non è cambiato alcunché.
E questa volta è proprio tutta colpa mia.
Niente scuse.

Pink Floyd - Wish you were here

mercoledì, gennaio 24, 2007

Inferno

Atroce
Calore
Speranza
Illusione
Orrore
Che avanza
Grida
D'eterno
Dolore
Potenza
Passato
Futuro
Immobile
E solo

domenica, gennaio 21, 2007

Impermeabile

Piccolo ma accorato consiglio a tutti coloro che mi leggeranno: ascoltatela perchè è un vero capolavoro. Se ne sono scritte e se ne scrivono poche così. Meglio non lasciarle scappare. Cerchiamo di assorbirla, capirla, respirarla; rendiamola nostra per alcuni minuti, cingendola e stringendola forte in un abbraccio senza tempo.
Per poi lasciarla volare via: due ali del genere non si possono tenere in gabbia.

Leonard Cohen - Famous blue raincoat

lunedì, gennaio 15, 2007

Epico

Questa sera consiglio:
Avalanche - Leonard Cohen
Halleluja - Jeff Buckley (scritta da Leonard Cohen)
Mad world - Gary Jules

Se la verità sta nel mezzo, scelgo di osservarla dal bordo.
In equilibrio sul confine, con un braccio teso verso la fine.
Oltre.

Dopo due mesi di silenzio, ritorno con un tono meno malinconico del solito.
Un vecchio copia/incolla che piace sempre:

BIRRA CONTRO GNOCCA
Una birra è sempre bagnata. La gnocca va incoraggiata.
1 Punto alla birra.

Una birra fa schifo servita calda.
1 Punto alla gnocca.

Una birra ghiacciata ti soddisfa.
1 Punto alla birra.

Se ti ritrovi un pelo nei denti bevendo birra, potresti aver voglia di vomitare.
1 Punto alla gnocca.

Se torni a casa puzzando di birra, tua moglie ti rimprovera. Se torni a casa puzzando di gnocca, tua moglie potrebbe lasciarti.
* Punteggio pari (dipende dai punti di vista!)

Dieci birre in una notte e non puoi più guidare. Dieci gnocche in una notte e non c'è più bisogno di guidare.
1 Punto alla gnocca.

Se ti fai una birra in un locale affollato è normale. Se ti fai una gnocca in un locale affollato, diventi un mito.
1 Punto alla gnocca.

Se un poliziotto ti sente addosso puzza di birra, potrebbe arrestarti. Se un poliziotto ti sente addosso puzza di gnocca, potrebbe offrirti una birra.
1 Punto alla gnocca.

La birra, più è stagionata, meglio è.
1 Punto alla birra.

Se ti fai una birra con un preservativo indossato, non senti la differenza di gusto.
1 Punto alla birra.

Tanta birra può farti vedere gli ufo. Tanta gnocca può farti vedere Dio.
1 Punto alla gnocca.

Se ti chiedi sempre come sarà la prossima gnocca sei normale. Se ti chiedi sempre come sarà la prossima birra, sei alcolizzato.
1 Punto alla gnocca.

Strappare l'etichetta da una bottiglia di birra è divertente. Strappare le mutandine a una gnocca è MOLTO più divertente.
1 Punto alla gnocca.

Lo stato tassa la birra.
1 Punto alla gnocca.

Se ti fai un'altra birra, la prima non s'incazza.
1 Punto alla birra.

Sei sempre sicuro di essere il primo ad "aprire" una birra.
1 Punto alla birra.

Se fai agitare una birra, dopo un po' si calma da sola.
1 Punto alla birra.

Bionda, rossa, bruna o nera, in qualsiasi momento puoi scegliere la birra che vuoi.
1 Punto alla birra.

Di una birra, si sa esattamente al centesimo quanto verrà a costare.
1 Punto alla birra.

La birra non ha una madre.
1 Punto alla birra.

PUNTEGGIO FINALE: BIRRA BATTE GNOCCA.
PS: Se sei una donna ed in questo momento ti stai incazzando, sappi che una birra non avrebbe rotto le palle se avesse perso questo scontro: un altro punto alla birra!!!