Pensieri leggeri e riflessioni di piombo: rimane così poco alla fine della strada. Meglio catalogare tutto, per non dover mai dire: "Sì, io ero lì, ma non lo ricordo più!".
Riuscirò mai un giorno, guardando il tracciato, a capir cosa s'è perso e cosa ho lasciato?
mercoledì, gennaio 24, 2007
Inferno
Atroce Calore Speranza Illusione Orrore Che avanza Grida
Bello. Mi piaci di più così che nel post precedente. Lo so che dal vivo non sei così "crepuscolare", ma del resto (per come io vedo il mio) un blog a volte serve anche per mostrare dei lati di noi che nelle normali relazioni non escono.
Come nel mio, che ho architettato come un luogo virtuale dove posso a volte mettere a nudo quel che penso, incurante del fatto se questo sia "mainstream" oppure totalmente contro. Così, nella vita stimato collega o dipendente, nel mio intimo non ne posso più di lavorare dove sono, convinto che la mia crescita personale e lavorativa sia ormai ferma da fin troppo tempo, nonostante le varie richieste e solleciti e promesse. Nella vita, adorato e considerato una perla dai parenti miei e di mia moglie, questo non fa che crearmi conflitti nel privato, e se ne andassero a quel paese una buona volta, i parenti miei...
Lo credo anch'io: il blog vissuto come un vero diario non mi affascina molto. Lo assimilo di più ad una tavolozza, un affresco, un quadro, un "foglio" che è lì ad aspettarmi. E quando ne ho voglia, senza regole, senza costrizioni, è pronto ad accogliere un pensiero, un'idea, un frammento di presente che cade in un attimo nel calderone del passato. E probabilmente è anche più facile "esternare" quella parte più nascosta e intima, racchiusa in fondo ad ognuno di noi. Sì, quel post non è stato il massimo, me ne rendo conto. Spero passerà presto oltre il fondo della pagina. Ritornando a noi, pure io non ho un gran rapporto coi miei parenti: non ho fratelli, mio padre è figlio unico, i fratelli di mia madre meno li vedo e meglio sto. Dei cugini, per decenza, preferisco non parlarne. Pochi ma buoni, direi io: nemmeno quello, pochi e sono pure troppi. Non so perchè, ma alla fine mi rimane sempre in bocca quel sapore di "cosa fatta perchè andava fatta" o "son pur sempre tuoi parenti" ecc. Beh, una cosa è certa: loro non hanno scelto me, ed io non ho scelto loro. Fammi poi sapere dove sta "quel paese", così ci mando pure i miei.
E a guardalo bene, non è nemmeno tanto lontano, il mare del nord...
3 commenti:
Bello. Mi piaci di più così che nel post precedente. Lo so che dal vivo non sei così "crepuscolare", ma del resto (per come io vedo il mio) un blog a volte serve anche per mostrare dei lati di noi che nelle normali relazioni non escono.
Come nel mio, che ho architettato come un luogo virtuale dove posso a volte mettere a nudo quel che penso, incurante del fatto se questo sia "mainstream" oppure totalmente contro. Così, nella vita stimato collega o dipendente, nel mio intimo non ne posso più di lavorare dove sono, convinto che la mia crescita personale e lavorativa sia ormai ferma da fin troppo tempo, nonostante le varie richieste e solleciti e promesse.
Nella vita, adorato e considerato una perla dai parenti miei e di mia moglie, questo non fa che crearmi conflitti nel privato, e se ne andassero a quel paese una buona volta, i parenti miei...
Omar
Ehm, scusa... "post precedente" stava per "Epico" e non per "Impermeabile" :)
Ciauz
Lo credo anch'io: il blog vissuto come un vero diario non mi affascina molto. Lo assimilo di più ad una tavolozza, un affresco, un quadro, un "foglio" che è lì ad aspettarmi.
E quando ne ho voglia, senza regole, senza costrizioni, è pronto ad accogliere un pensiero, un'idea, un frammento di presente che cade in un attimo nel calderone del passato.
E probabilmente è anche più facile "esternare" quella parte più nascosta e intima, racchiusa in fondo ad ognuno di noi.
Sì, quel post non è stato il massimo, me ne rendo conto. Spero passerà presto oltre il fondo della pagina.
Ritornando a noi, pure io non ho un gran rapporto coi miei parenti: non ho fratelli, mio padre è figlio unico, i fratelli di mia madre meno li vedo e meglio sto. Dei cugini, per decenza, preferisco non parlarne. Pochi ma buoni, direi io: nemmeno quello, pochi e sono pure troppi. Non so perchè, ma alla fine mi rimane sempre in bocca quel sapore di "cosa fatta perchè andava fatta" o "son pur sempre tuoi parenti" ecc.
Beh, una cosa è certa: loro non hanno scelto me, ed io non ho scelto loro.
Fammi poi sapere dove sta "quel paese", così ci mando pure i miei.
E a guardalo bene, non è nemmeno tanto lontano, il mare del nord...
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