venerdì, ottobre 03, 2008

Tramonti

(Lubenice, Isola di Cres - 21 Agosto 2008, 18.43)

E quando il sole si trascina sul fianco traverso,
quando le tenebre muovono al solo occidente,
l'ultimo spiraglio di luce fende un mondo diverso,
un'angoscia sopita sull'orrore incombente.
E il passo si fa pietra e la pietra fatica
oltre il confine dell'infinito, fra nero e colore
come strada lucente che d'incanto è finita
di fronte a quel sogno, muro di massi e dolore.
Lasciatemi ora, dimenticate chi ero
dimenticate il passato e la gioia leggera
ch'è domani il giorno tetro e straniero
è domani l'inizio: oggi non resta che sera.

lunedì, luglio 21, 2008

Assoluta

"E pesanti tende di tenebra scendono, ad oscurarmi gli occhi.
Immobile e silenzioso resto, come fuor d'acqua il pesce: morente, seppur nell'aria"

13 Agosto 1999

Sono passati nove anni da quando l'ho scritta: è stata una delle prime.
Probabilmente la migliore in assoluto.
In due righe, l'epilogo di una vita intera.
In due righe, quella "perfezione" che non sarò mai più in grado di raggiungere.
In due righe tutto questo.
Ed anche, più di ogni altra cosa, tutto il resto.

giovedì, luglio 17, 2008

Inizio





...e poi non dite che non lo avevo detto!!!


Si comincia a pensare sul serio di cambiare aria: noi tutti siamo da questa parte, i pochi dall'altra.

Quel portone, fra ben poco tempo, non reggerà più; già lo si sente cigolare.

Ed il moto dell'andare non mi abbandona: io non vedo tante altre alternative.

Mi dispiace solo per chi rimarrà.


...e poi non dite che non lo avevo detto!!!

lunedì, giugno 30, 2008

Volo



Francis Turner


Da ragazzo non potevo correre né giocare.
Da uomo, potei solo sorseggiare dalla coppa, non bere, perché dopo la scarlattina m'era rimasto il cuore malato.
Eppure riposo qui, consolato da un segreto che solo Mary conosce: c'è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole dolci di viti, là, quel pomeriggio di giugno a fianco di Mary, mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'un tratto volò via.

giovedì, maggio 29, 2008

Mondo

Rimbomba e rimbalza,
percuote ed avanza,
d’un suono pesante
possente e vibrante,
ch’annulla il rumore
nel tuono che muore,
fra il sole e il deserto
ch’aggioga l’eterno.
Desolato non resta
v’è solo il fuggire
quest’aria d’impesta
quasi per non soffrire.
E di morte assomiglia
questa tua meraviglia:
il mondo perfetto
lasciato a marcire,
come quasi dispetto
come per non capire.
Al cospetto d’un rio
di riflesso il passato,
su un futuro auspicato,
che oggi è solo mio.

mercoledì, aprile 09, 2008

Inchino


Miei cari lettori, torno dopo un mese di silenzio, con un pensiero che assomiglia molto al precedente. Ne è, anzi, quasi fotocopia.

Con la sola, piccola ma sostanziale differenza, che qui non si tratta di verità romanzata, filtrata da qualcuno, abbellita o modificata per adattarla al grande schermo.

Questa, signori miei, è realtà.

Punto e basta.

Ne avevo già sentito parlare in qualche trasmissione televisiva, e grande è stata la mia sorpresa quando, cercando informazioni sulla Pechino-Parigi (a mio avviso la più affascinante gara fuoristradistica che si sia mai corsa, ben più epica di tutte le Parigi-Dakar messe assieme), per puro caso mi sono imbattuto nel suo sito.
Quest'anno si dovrebbe correre la San Pietroburgo-Pechino: sempre un'enorme attrazione.

Non vorrei parlarne molto, in quanto non conosco il protagonista e potrei benissimo scrivere stupidaggini colossali: inutile sottolineare la mia più grande ammirazione per questo ragazzo.
Ed un rispettoso inchino, sincero, con stima profonda.
La vita, quella vera, ho la sensazione che assomigli molto più alla sua che alla mia.

sabato, marzo 08, 2008

Magnifico



Into the wild - Nelle terre selvagge



Andate a vederlo.

E' un autentico capolavoro.

Entusiasmante, coinvolgente, minimale, intimo e intimista, sorprendente, rivoluzionario.
Tranquillo e commovente, idealista, drammatico e sconvolgente, unico.
Maestoso, estremista.
Imperdibile.
E pericoloso: il giorno dopo, probabilmente, non sarete più gli stessi.

venerdì, febbraio 29, 2008

Angoli


Quando ognuno di noi pensa alla storia, al trascorrere del tempo, allo spazio l'unica figura geometrica che perfettamente rappresenta tale armonia e continuità è il cerchio (o ancora meglio la sfera).
Liscia, senza interruzioni, lineare e ripetitiva al contempo, senza inizio fine, rotonda appunto: pare fatta apposta per descrivere i ricorsi storici, per raggruppare e limitare, quasi avvolgere.
Più o meno vasta, più o meno contenitore di altre realtà, sempre e comunque senza angoli.

Guardando fuori dalla finestra, leggendo qualche quotidiano, spulciando notizie in rete, analizzando gli attuali nostri rapporti umani, o, ancora più, osservando dall'alto questa eterogenea società italiana, noto che negli ultimi anni l'Italia è composta quasi solo da angoli, spigoli appuntiti.
L'angolo è un elemento che per sua natura instaura un punto di svolta, di sosta e ripartenza, di cambio di direzione: per questo potrebbe anche essere considerato positivamente.
Ma troppi angoli generano una confusione immane: le direzioni possibili diventano 10, 100, un milione, senza un flusso comune, senza un obiettivo che appartiene ai molti.
E l'angolo è anche un generatore di incertezza, di paura: non sappiamo cosa c'è lì dietro ad aspettarci.
Non si può programmare alcunchè.
Un futuro costruito così è solo una pausa, in attesa che prima o poi ci sia una calma lineare, rotonda, avvolgente, sulla quale fare affidamento.
Prima inizieremo a smussare tali angoli, prima troveremo solidità: chi sfrutta questo momento di incertezza (sempre più cronicizzato e spacciato per normale) rimarrà con nulla in mano.
In Italia, al giorno d'oggi, non esiste nulla di più rivoluzionario di una sfera: inaggredibile.

Se non agiremo in fretta, ho l'impressione che dietro l'ultimo angolo ci aspetta una cosa sola: una crisi senza ritorno, una forra senza fondo, uno scollamento talmente grave che l'Argentina "ci fa 'na pippa" (cit.).

domenica, febbraio 17, 2008

Bidoni

Ieri sera ricevo una telefonata strana.
Un tizio che non sento da un anno e mezzo abbondante, mi chiama per chiedermi se fossi interessato ad entrare nel settore delle telecomunicazioni, dato che lui lavora per una ditta americana e che... bla.. bla.. bla... insomma c'è da "guadagnare di brutto" e stava cercando persone motivate per allettanti prospettive e... bla.. bla.. bla.. "c'è da guadagnare per tutti".
Si è trasferito a Frosinone (una metropoli rispetto a dove vivo io......) e se avessi voluto altre informazioni, avrei dovuto contattarlo in orario d'ufficio... ecc.. ecc.. ecc...
Allora per quale straca++o di motivo tu mi chiami il sabato sera??

Ora: tale persona mi è sempre stata un po' antipatica quindi non partiamo benissimo.
Il tizio in questione ha, a fatica, preso la licenza media ed ha frequentato i primi due anni di un istituto professionale molto noto nella mia zona: immagino i salti di gioia quando ha presentato il curriculum alla ditta americana che lo avrà accolto a braccia aperte, chiedendosi come mai avrà fatto a trovare un tale cervello ancora libero...
Ma porcapupazza!!! Ma fra tanti a questo mondo ai quali telefonare, proprio a me hai dovuto pensare di sabato sera?
Carissimo N. vai a farti dare dove so io e dove hanno capito i miei lettori!!!
Di fregature il mondo è pieno, e se uno si è ridotto a telefonare proprio a me, vuol proprio dire che chi propina fregature non ha ritegno: ha la convinzione di educare ognuno di noi sul fatto che la merda è buona.
In questo modo, l'antipatia si è trasformata in disprezzo.

PS: L'ultima volta che sono stato a casa sua, mi chiese se avessi modo di procurargli un software (pirata naturalmente, perchè non poteva pagarlo...) per comporre musica su pc, con sovra incisioni, campionamenti, sequencer ecc, perchè si era appena iscritto ad una scuola di canto e aveva allettanti prospettive per un futuro da cantautore...

Dio mio!!!

giovedì, gennaio 03, 2008

Ultimo

Quest'anno è accaduta una vicenda particolare.
Anzi, sarebbe meglio dire l'anno scorso.
L'ultimo dell'anno appena trascorso, l'ho passato in ospedale.
Senza entrare troppo nei dettagli, la mamma della mia ragazza ha avuto un grave ed improvviso problema di salute: talmente grave, che era (ed è ancora, purtroppo) necessaria la presenza di qualcuno giorno e notte per assisterla.
E' una faccenda delicata e molto personale, della quale non mi piace molto parlare, quindi mi fermo qui.

Noi due avevamo organizzato alcuni giorni da passare in montagna vicino a Merano, proprio a cavallo di capodanno.
Ovviamente è saltato tutto.

Per farla breve, la notte dell'ultimo dell'anno è toccata a lei: ma senza che sapesse nulla, sono andato a trovarla al Maggiore di Bologna proprio poco prima di mezzanotte.
...
...
Non è stato un gran bello spettacolo.
Mentre ero là dentro, mi sono saltati agli occhi il contrasto dei botti e della sofferenza umana, l'antitesi fra gioia e speranza, ciò che vale sul serio e ciò che vale quasi nulla.
Non so bene se auguralo a tutti di trascorrere un po' di tempo in situazioni come quelle, oppure di non raccomandalo ad alcuno.
Ma vi assicuro che si cambia punto di vista in un secondo: scatta qualcosa dentro, una molla che ti allarga un po' il cervello.
Quanti aspetti di questo mondo sono inutili: quelle persone darebbero ciò che hanno di più caro per un momento di pace, di tranquillità, di guarigione. E noi che siamo attaccati al cellulare, ad internet, alla partita di pallone o alla prossima auto da acquistare...
Questa mia consapevolezza mi ha fatto sentire l'ultimo: ad una persona che sta male cosa dici? Nulla... si fa più bella figura tacendo.
Ultimo perchè ognuno di loro, in quel momento, era più importante di me.
Ed era proprio l'ultimo, l'ultimo dell'anno: sarà stato un caso?